Consenso informato: il modulo abusivo
Avv. Nicola Todeschini Risarcimento per consenso informato negato
Che cos’è il modulo di consenso informato
Il modulo di consenso informato, sia chiaro sin da subito, non è il consenso informato!
Il modulo, semmai, è un tentativo, spesso non riuscito, di raccogliere il consenso che il paziente presti ad un trattamento sanitario sulla base delle informazioni che nel modulo sarebbero riportate.
Il modulo non è il consenso, dicevo: certo che non lo è. Il consenso è la libera e consapevole manifestazione di assenso ad un trattamento sulla scorta della più completa ed adeguata informazione, consistendo quindi nella manifestazione del diritto del paziente alla libera e consapevole autodeterminazione alla cura.
Come viene trattato nella pratica il consenso informato?
Bella domanda, direte! Viene trattato malissimo assai di sovente.
Molti, come me, hanno firmato moduli assolutamente abusivi perché contenenti informazione mai ricevuta, incomprensibile, addirittura riferita a trattamenti diversi, a persone diverse.
Esistono moduli con firme false, non coeve, indotte, ne ho campioni, nei miei fascicolo, di tutte le sorti.
C’è chi, come me, ha firmato in preda alla preanestesia, in corridoi frequentati da altri pazienti ed in barba alla privacy, sulla scorta di informazioni rese da un infermiere, distesi sul letto.
Insomma: il modulo di consenso informato è spesso “cartolarizzato”, abusivo, confuso, e nel caso che l’intervista audio più sotto ripropone è addirittura calibrato all’interno di un modulo simile a quelli che si utilizzano per le vendite porta a porta!
Come dovrebbe essere trattato il consenso informato?
L’espressione del consenso informato dovrebbe essere trattata dignitosamente, trattandosi del primo dovere, contrattuale, di ogni sanitario.
Al centro, della prestazione, lo ripeto sempre, c’è il paziente, non il medico (e lo stesso vale per cliente ed avvocato, le regole sono le medesime).
Per eventuali approfondimenti in tema leggi i miei saggi pubblicati qui.
Affinchè il diritto all’autodeterminazione sia rispettato è l’informazione a dover essere completa, non mediata dalle riserve di chi la fornisca, e soprattutto funzionale non a far “dire di si” al paziente bensì a metterlo nelle condizioni di fare una scelta consapevole.
Se viene violato questo dovere contrattuale il medico sta già rendendosi colpevole d’inadempimento e può essere richiesto il risarcimento anche a prescindere da un danno fisico (biologico) ed anche a prescindere da un errore nell’esecuzione tecnica del trattamento (imperizia).
Un modulo di consenso vessatorio come nel porta a porta?
Nella rubrica che puoi ascoltare qui sotto sentirai di un modulo addirittura zeppo di clausole vessatorie (si, proprio come quelle dei contratti capestro tipici dell’abusivo porta a porta). Tanto è consapevole della sua vessatorie chi lo ha redatto che in calce appaiono le classiche due righe con le quali, richiamati gli arti.li 1341 e 1342 c.c., si chiede la doppia sottoscrizione proprio delle clausole vessatorie!
Che chi lo ha redatto sia, oltre che consapevole della scorrettezza, anche ben poco informato, si deduce dal fatto che è dal 1996 che ne nostro codice civile è comparso prima il capo dei c.d. “contratti dei consumatori”, successivamente è arrivato il codice del consumo, che ha tolto efficacia alla doppia sottoscrizione rendendo inefficaci le clausole abusive.
Lo ha capito chi vende tappeti porta a porta, assai strano che non sia chiaro ad una struttura sanitaria.
Ma se vuoi saperne di più ascolta l’intervista!
Se quindi hai un dubbio sulla validità del consenso che hai prestato, sia per iscritto che a voce, non fa differenza, informati per salvaguardare i tuoi diritti, incluso quello al risarcimento del danno per la violazione del dovere d’informare.
E ricorda che per essere sempre informati sul consenso informato esiste una pagina tematica, è possibile iscriversi alla nostra newsletter, e mettere mi piace alla pagina fecebook e seguirci su twitter che ti aiuta ad essere sempre informato sugli ultimi post del blog.