Malasanità: quando una difesa è dignitosa?
Avv. Nicola Todeschini Malasanità, Malassicurazione
Malasanità: quando una difesa è dignitosa?
Domanda complessa ma alla quale non è impossibile rispondere, io credo: la difesa è dignitosa quando -e solo quando- sia fondata in buona fede su argomenti dotati di validità scientifica seppur non maggioritaria.
Ebbene, se così fosse, e lo è per me, per quel che conta, è imbarazzante e poco dignitoso impostare una difesa su argomenti ciclostilati e consapevolmente fallaci, magari nell’auspicio che siano contrastati con scarsa attenzione e soprattutto vagliati da tecnici di scarsa capacità (alludo, in tale secondo caso, da consulenti d’ufficio e magistrati).
Perorare quindi una posizione sfornita di pregio scientifico al solo fine di “provarci” significa anche creditare scarsa attitudine allo studio e all’approfondimento del magistrato, così che sarebbe auspicabile che all’esito del giudizio i responsabili di tali condotte venissero puniti.
Un esempio? Lo faccio volentieri, avendo dinanzi a me ogni giorno casi, che catalogo per una futura pubblicazione, assai significativi: all’accusa di malprassi la struttura risponde, anche dopo la chiamata in giudizio, sostenendo che la condotta dei sanitari sarebbe stata diligente e conforme alle linee guida. Durante la CTU il consulente d’ufficio sottolinea, con decisione, la chiara violazione delle linee guida in un trattamento routinario, e i consulenti di parte non sollevano alcuna eccezioni agli argomenti del CTU. (volete anche una sentenza che lo certa, tra le tante? Trib. Arezzo, 08/08/2017, n. 943, che commenterò per il Quotidiano Giuridico.
Quante volte succede? Molte volte.
Lo affrontiamo così il contenzioso medico legale in malpractice medica?
Io ho un’idea diversa, chiarita in questo post (Come scegliere un avvocato specializzato in malasanità).
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