Medicina e diritto, scontro infinito grazie alla politica

Medicina e diritto, scontro infinito grazie alla politica

Avv. Nicola Todeschini Malasanità

Ieri a Mestre, in una splendida cornice, si è svolto il Corso sul rischio professionale in medicina, ottimamente organizzato da Airon Communication, ed al quale sono stato chiamato ad intervenire con due relazioni.

Immaginavo d’incontrare, come è normale che sia, un ambiente ostile al diritto, e tanto più ad un avvocato che si occupa di responsabilità professionale, e le battute sui rapaci avvocati si sono susseguite, in alcune delle relazioni che hanno preceduto il mio intervento, come si trattasse di un incedere usuale nell’ambiente.

Mi sono riproposto d’intervenire senza peli sulla lingua, come mi si conviene, cercando però di essere utile e di indicare, ai medici presenti, alcuni percorsi -utili per leggere la realtà che li circonda- che sapevo essere decisamente diversi da quelli che una certa propaganda, anche di tipo sindacale, invece li ha abituati a digerire.

Ho incontrato tanti volti attenti, desiderosi di sapere, cortesi, vorrei dire “buoni”, come quelli di chi vorresti incontrare quando ti rechi dal medico di famiglia, sorrisi caldi ai quali affidare la tua salute, la vita dei tuoi cari, e questo mi ha rassicurato molto. Molte di quelle mani, abituate a curare, sono venute a stringere la mia, alla fine dei lavori, ringraziando, io credo, la mia franchezza.

Ho incontrato anche chi, dopo aver di fatto lanciato frecciate al mondo dell’avvocatura, ha saputo, con eleganza, anche mutare opinione, capendo soprattutto che se avessi voluto strappare applausi alla platea avrei potuto allinearmi alle solite bugie che si raccontano per far contenta la “categoria”, per farla sentire compresa, compatita, ma che invece ho scelto di dire la verità per tentare di esser loro utile.

Certo, c’era il solito disturbatore delle ultime file, questa volta con le fattezze di una gentile Signora che, attribuitasi la “professione di CTU del Tribunale” ha urlato dal fondo sala qualche cosa di inutilmente polemico, tentando di trasformare la relazione in una discussione, ma anche a questo ero preparato e poi la disturbatrice, terminata l’esaltazione del momento, ha desistito.

Quando però mi sono permesso di criticare, oltre alla folle proposta di legge del centro destra (Responsabilità medica: l’ennesima proposta di legge. Che sia uno scherzo? in Persona e Danno) in materia di responsabilità medica (che vorrebbe fossero punite solo le condotte dolose!!), anche quella del centro sinistra (Malasanità, la sfacciata proposta di legge del PD, in Persona e Danno), che vorrebbe invece cancellare la colpa lieve sul presupposto che tutta l’attività medica sarebbe “ad alto rischio”, un paio di attivisti, armati di ipad, si sono scatenati: puoi toccare tutto, ma non la -loro- politica!

Le obiezioni sono state, come sempre quando si vuol fare polemica -per partito (in tutti i sensi) preso- di scarso livello, volte a screditare, ed una dottoressa, che sin li auspicava d’essere tutelata, quando invece la invitavo ad auspicare di poter tutelare, prima di tutto, il paziente (osservando che il miglior modo, per un medico, di tutelarsi, è proprio quello di tutelare il paziente), si è lasciata andare al solito piagnisteo contro gli avvocati, utile soltanto a salvaguardare il povero senatore Bianco, che secondo lei avrebbe fatto un lavoro ottimo e sarebbe intoccabile (immagino in quanto appartenente al partito).

Ancora una volta, insomma, quando si toccano i veri punti dolenti e si urtano i poteri costituiti, rappresentati dalle compagnie di assicurazione, dalla politica, da certo sindacalismo, spesso uniti dalla necessità di mantenere i propri rappresentati il più possibile ignoranti così da poterli “dirigere” agevolmente, si saggia immediatamente la melliflua, ma nemmeno tanto, reazione dei loro alfieri.

Era quello che volevo, e nei volti, mi permetto di ripeterlo, buoni, ben disposti, cortesi e certamente onesti di tanti medici che ho incontrato, e che meritano di essere aiutati a capire le regole della loro professione non da politicanti da strapazzo, o da giuristi interessati alla loro pelle, ho intravisto un motivo in più per continuare ad essere fastidiosamente lontano dalle lobby, ed appassionatamente legato al mio desiderio di raccontare ciò che vedo, anche quando da fastidio.

Ecco l’audio del primo dei miei due interventi al corso, buon ascolto:


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