Suicida la vittima del cyberbullismo: perché siete così volgari?

Suicida la vittima del cyberbullismo: perché siete così volgari?

Avv. Nicola Todeschini Blog, Risarcimento danni

Perché siete così volgari?

I commenti sul suicidio della ragazza vittima del cyberbullismo e dell’imbecillità umana in genere mettono paura, vera paura.

Tanti avrebbero voluto essere al posto di chi filmava, molte così sfrontate avrebbero voluto essere al posto di lei, belle come lei, ma ora la insultano come prima, più di prima nonostante quel gesto, disperato ed al tempo stesso -qualcuno direbbe- così coraggioso e forte.

Non è che il web ci ha resi peggiori, il web ci costringe, giornalmente, a fare la vostra esperienza, l’esperienza della vostra volgarità, della vostra violenza, e spesso non siamo pronti.

Una volta sollevando la cornetta del telefono al più potevamo trovarci di fronte al pelucco del maglione, ad un capello, mai alla vostra volgarità. Chi ne voleva fare esperienza era costretto ad un certo percorso, a cercarla, a frequentare luoghi e persone degradate, oggi invece la vostra volgarità è servita sul piatto delle news, frequentata quasi contro la nostra volontà perché per leggervi, per fare esperienza della vostra sindrome da pene piccolo, della vostra triste invidia della vita altrui, è sufficiente sollevare il telefono magari sorridendo per la foto di nostro figlio sullo sfondo del desktop e, subito dopo, essere catapultati nel vostro buio.

Un buio che vivete con forza solo sul web, perché da vili non sapete nemmeno orientare la vostra volgarità in modo diretto, perché di una sberla, se fossimo gli uni di fronte agli altri, almeno potreste aver paura, e Dio solo sa quanto volentieri ve ne assesterei un paio.

Non vi vergognate del “ma se l’è cercata” che dispensate ogni giorno a commento delle disgrazie altrui?

Se essere poco avveduti, scarsamente intelligenti, deboli, fragili, disperati, significasse sempre pagare con la vita, sareste tutti già morti soffocati dalla vostra stessa esperienza.

Ma la vigliaccheria che si cela dietro il desiderio, sempre più -purtroppo- manifestato dalla volgarità femminile, di non saper più nemmeno avere pietà, è più forte anche della pena, che provate sempre di meno per i vostri simili.

Cosi sono donne, pare, ad aver filmato la loro coetanea mentre veniva abusata e ad aver avuto l’iniziativa di diffonderne lo scempio: se l’è cercata perché ha bevuto? Violentiamo quindi impunemente tutti coloro che perdono il controllo? Che sono deboli? Che aumentano, con il loro atteggiamento, il rischio di subite violenze? Insomma la violenza a danno di una donna in minigonna non va punita perché il maniaco sarebbe giustificato da abiti provocanti?

La caccia, a denti serrati, delle ragioni per le quali la vittima “se la sarebbe cercata” desta grave perplessità, rappresenta una moltitudine di giovani e meno giovani costantemente con il dente avvelenato, figli della cultura del “ma c’è di peggio”, attenti non a difendere l’inerme ma a scovare una ragione per giustificare il mascalzone.

Figli della macchina riabilitativa inaugurata dal Maurizio Costanzo Show, che per fare audience dava dignità mediatica ai peggiori, ed ormai decuplicata, in peggio, dalla tv spazzatura odierna, le vittime del degrado sputano sentenze con una viltà e violenza che deve preoccuparci tutti, veri figli -di puttana- del grande fratello.

Ecco il mio intervento su Radio Padova, in tre minuti:

 


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