Avvocati contro medici ? No: medici contro avvocati

Avvocati contro medici ? No: medici contro avvocati

Avv. Nicola Todeschini Malasanità

Che confusione, un poco triste, lasciatemelo dire, in questo paese nel quale conta solo chi urla di più, non quello che dice.

Gli avvocati sono contro i medici? Beh se ne trovate qualcuno che teorizza il proprio disprezzo verso la categorie dei medici, generalizzando come solo un imbecille potrebbe fare, segnalatemelo.

Per la stessa ragione, ed in attesa dell’eventuale segnalazione, ecco invece chi si scaglia, con tanto di comunicato stampa, contro gli avvocati, generalizzando in modo sciagurato.

Sono stato pochi giorni fa relatore ad un convegno sulla responsabilità medica spiegata ai medici, e ne ho tratto alcune considerazioni che sono racchiuse in un post precedente.

Riascoltando l’audio del mio intervento e ripensando ad alcune delle lagnanze, di stile -perduto- di chi si scaglia contro gli “avvocati” senza se, senza ma, mi è venuto in mente di rispolverare, per chi avrà pazienza di leggerlo, un pezzo che ho scritto un po’ di tempo fa per Persona e Danno, a commento dell’uscita -verrebbe da dire “di strada”- del dott. Maggiorotti, Presidente di Amami, l’associazione che si batte, con l’ausilio però di avvocati (ma non è una contraddizione, non eravamo tutti accattoni?) in difesa dei medici accusati ingiustamente di responsabilità medica.

Vale la pena, credetemi, rileggerlo (anche perché comprende il pezzo del Presidente di Amami), per trovarvi un condensato, di rara lucidità, di tutte le corbellerie che possono essere messe insieme per vendere, ai medici per bene, che finiscono per crederci, una visione distorta della realtà che, anche a voler essere prudenti, al più può riferirsi a singoli episodi deprecabili, ma che viene invece passata per vera.

E’ uno scandalo?

In questi tempi, caratterizzati sempre di più da chi fa -solo- la voce grossa, non importa se in modo costruttivo, non mi meraviglia leggere simili prese di posizione, ma l’idea che i medici, persone di cultura e capacità indiscutibile, possano crederci mi spinge a tentare di offrir loro un angolo visuale meno….depravato…se mi si consente la battuta.

Perché lo faccio?

Perché nessuno può guadagnare nulla dalle prospettazioni partigiane, scadenti, inutilmente litigiose, perché già in passato, con una caduta di stile assai poco onorevole, alcuni medici sono stati rappresentati come impegnati a mettere, in video, la loro reazione alla “pubblicità” di una società d’infortunistica, scendendo al livello, che loro ritenevano basso, dei propri avversari e battendoli sul piano della partigianeria.

Cari dottori, sino a quando sarete rappresentati da chi, per un verso, urla e sbraita in modo sconveniente o, per l’altro, confeziona proposte di legge irricevibili, non potrete sperare che in un… Balduzzi dopo l’altro, e quindi in una riforma scadente, fonte di ulteriori dubbi, cause infinite, e tra l’altro ingiusta per i pazienti danneggiati dall’errore medico, che poi sono i vostri pazienti, contro i quali nessuno dovrebbe mettervi, nemmeno chi vorrebbe rappresentarvi.

Concludo, per i più maliziosi, confermando che sto lavorando al “Manifesto per una nuova alleanza terapeutica” che contiene proposte concrete, e sostenibili, a dimostrazione del fatto che anche chi fa le cause ai medici e soprattutto alle strutture sanitarie può desiderare che torni la serenità, che le regole siano migliorate non per avvantaggiare gli uni piuttosto che gli altri ma per ridurre le occasioni di scontro.

Vi lascio alla lettura del pezzo (Medici contro avvocati: quando faziosità e approssimazione alimentano il contenzioso – Nicola Todeschini, in Persona e Danno), anticipandone solo un piccolo frammento, ed attendo come sempre la vostra opinione:

Per concludere: le esagerazioni, maliziose, esistono, i cattivi comportamenti altrettanto, ma trasversali a qualsiasi ruolo, a qualsiasi professione; pur difendendo (per scelta: perchè le regole non sono un elastico che si deve poter tendere a seconda degli appetiti professionali) solo i pazienti danneggiati, non ho mai sparato sulla categoria dei medici, perché trovo che tale esercizio, al contrario rinnovato ad ogni piè sospinto dai redattori il pezzo in esame, appartenga ad una cultura bieca, improduttiva, di borgata, alla quale non intendo aderire né ora né mai.


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