Malasanità, errore medico: dieci domande e risposte fondamentali

Malasanità, errore medico: dieci domande e risposte fondamentali

Avv. Nicola Todeschini Malasanità

Ci sono domande, essenziali, che chiunque abbia il timore di essere stato vittima di un caso di c.d. Malasanità si pone.

La risposta a queste domande costituisce già una guida agevole adatta e comprensibile a tutti.

Di seguito tenterò di rispondere, con semplicità, ad alcune di esse, ma se ne avete altre, alle quali tenete, scrivetemi pure per formularle, ne farò materia per un nuovo post a disposizione di tutti coloro che vogliono sapere.

 

1) Come posso capire se sono veramente vittima di malasanità, di un errore medico?

Esiste un’unica soluzione: uno studio serio del caso, sia sotto il profilo medico legale che giuridico. In un post ho spiegato quale ritengo sia il metodo migliore, che applico con ottimi risultati ogni giorno.

 

2) Quanto mi costa affrontare la prima disamina del caso?

Dipende da come ciascuno sia organizzato. Le offerte di disamina gratuite spesso sono basate sui numeri, e come tali possono non essere di alta qualità. Il mio studio agisce in convenzione con medici legali di chiara fama e specializzazione, ed i costi per la prima disamina sono veramente molto contenuti. Ritengo sia meglio, in questi casi, impegnare un piccola somma ma avere la certezza di uno studio serio. Inoltre sono praticabili patti in percentuale sul valore dell’affare.

 

3) Quanto tempo ho a disposizione per far valere le mie ragioni?

Per far valere l’azione extracontrattuale (che prescinde da un contratto) cinque anni, per far valere l’azione contrattuale dieci anni. E’ sempre preferibile, quando possibile, agire prima dei cinque anni dal fatto. Ricorda, però, che il termine decorre non sempre dall’evento, ma dal momento, anche successivo, nel quale hai avuto consapevolezza dell’errore subito (che spesso coincide con la perizia medico legale). In questo post troverete altre utili indicazioni.

 

4) Meglio un avvocato o un’infortunistica?

Meglio un professionista, serio, che possa dimostrare un percorso di studi adeguato, una vera specializzazione nel settore, un’esperienza reale, sia teorica che pratica. Nel dubbio chiedi di avere prova di tali caratteristiche, e diffida da chi non sappia rispondere con chiarezza o si senta infastidito dalla richiesta. Capita che in molti millantino sia gli studi, che il titolo che, infine, l’esperienza. Trovi altre indicazioni in questo post.

 

5) Mi hanno detto che contro i medici non si vince mai, è vero?

E’ vero, semmai, il contrario, ma non è questo il punto. Avanzare una richiesta danni significa contestare un errore e per farlo bisogna studiare correttamente il caso e procedere secondo criteri precisi. Chi promette risultati garantiti, come un venditore di creme depilatorie, o chi vuole spaventarti, evidentemente non ha la professionalità necessaria per affrontare l’argomento.

 

6) E’ vero che le società d’infortunistica hanno metodi e percorsi più brevi di quelli di un avvocato?

Anche questa è una fandonia bella e buona. Qualsiasi professionista serio ha tutto l’interesse a definire il caso nel più breve tempo possibile, anche perché assai spesso incassa la propria parcella in quel momento. Non esistono percorsi esclusivi per alcuni semmai solo un avvocato può aiutarvi anche dinanzi ad un giudice, a differenza di altri patrocinatori che dovendo cedere la pratica ad un avvocato preferiscono definirla prima anche a costo di non far ottenere al proprio cliente un buon risultato.

 

7) Con un avvocato si può stabilire un patto in percentuale sul valore della pratica?

Si, il patto in percentuale sul valore dell’affare può essere formalizzato con un avvocato. In questo post ho spiegato nel dettaglio come si fa.

 

8) Devo prendere appuntamento con una perizia già in mano o ci pensa l’avvocato?

L’ideale è che la perizia sia richiesta ed orientata dall’avvocato, esperto della materia, direttamente al medico legale con il quale intrattenga continui rapporti professionali affinché la perizia sia scritta “per quel caso”, per come l’esperto lo vuole impostare. Solo così, dal confronto tra giurista e medico legale, scaturiscono i migliori risultati.

 

9) Ma andare dall’avvocato significa fare una causa ed attendere anni il risultato?

Assolutamente no. Andare da un avvocato esperto del settore (in questo post spiego come riconoscerlo) significa affidarsi ad un professionista che ha un solo interesse: far conseguire al proprio cliente il massimo risultato nel minor tempo possibile evitando ogni richiesta infondata. La causa è, e deve rimanere, l’estrema ratio: è una bufala quella secondo la quale agli avvocati sarebbe più gradita la causa, perché attendere significa anche attendere di essere pagati se proprio vogliamo discutere di interessi assai “bassi”. Un avvocato esperto saprà consigliarti quindi assistendoti anche, se sarà necessario, dinanzi ad un giudice.

 

10) Ma se accuso un medico di aver sbagliato e poi non è vero, devo pagargli i danni?

Certo che no se l’accusa è stata mossa dopo uno studio serio e grazie all’aiuto di un professionista capace che, per primo, deve evitare qualsiasi richiesta pretestuosa e sa bene come esprimersi per fare un contestazione. Solo chi fa da sé ed utilizza metodi incivili rischia la reazione, che peraltro sarebbe, in tal caso, del tutto motivata. Rivolgersi ad un professionista serio significa anche evitare qualsiasi disturbo di questo genere.

 

Se vuoi sapere come difendo il malato leggi questo post.


Condividi

Commenta l'articolo

La tua e-mail non sarà pubblicata.

Puoi usare i seguenti tag e attributi HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>